Riflessione sulla sinistra, di M. Pasquini

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Massimo Pasquini

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Certo e’ che in questo periodo nella variegata sinistra c’e’ fermento, da qualunque angolature la si veda e’ in atto un ricco e anche variegato dibattito. Vorrei dire la mia. Dall’angolatura di uno di sinistra, dirigente di un sindacato, senza tessera di partito da dieci anni.

Vorrei inizialmente sgomberare il campo da una cazzata che sento spesso ripetere ma tale e’ anche se ripetuta. Mi riferisco alla questione autonomia del sociale e autonomia della politica. Questa e’ una stupidaggine. Non esistono lotte e conflitti senza produrre rappresentanza e sintesi , non esiste rappresentanza, per la sinistra, senza lotte e conflitti. Chi continua a perseverare su questo dualismo e’ ipocrita. Non a caso la Coalizione sociale che aveva proposto Landini e’ per esempio fallita. Fallita nel momento in cui Landini ha negato di rapportare questa anche ad una rappresentanza e sintesi politica.

Io che agisco nel sociale e le mie compagne e i miei compagni dell’Unione Inquilini le nostre cose le facciamo in piena autonomia e senza dipendere da nessuno , ma sentiamo anche la mancanza di una rappresentanza politica che sappia fare sintesi delle nostre lotte e produca innalzamento dei diritti sociali e sappia garantire la possibilita’ di produrre alternativa allo stato di cose presenti.
Da questo punto di vista io non ho bisogno di una sinistra che al massimo produce o propone una rappresentanza di tipo identitaria, come se la partecipazione alle elezioni rappresentasse solo l’occasione di affermare una mera diversità.

Ne’ tanto meno, ho bisogno di una sinistra che si presenti con un orizzonte di una parola che nel cittadini tutti e’ assai squalificata: centro sinistra. Questa parola per i piu’ rappresenta e sintetizza i guasti sociali prodotti negli ultimi 20 anni. Ed in ultimo ancora nessuno riesce a spiegarmi nel centrosinistra chi sarebbe il.centro e chi la sinistra, questo come elementare elemento di chiarezza. 
Insomma ho cercato di rappresentare dubbi e impressioni che mi attraversano e con i quali quotidianamente mi rapporto. Per esempio ogni volta che si rinvia uno sfratto esultiamo giustamente ma poi ? La prospettiva deve essere solo il prossimo picchetto? E il prossimo rinvio fino a quando non verra’ eseguito? Ci piace questa forma di conflitto ma senza che questo produca la politica , politica abitativa che garantisce il passaggio da casa a Casa e cosi’ siamo spuntati e a volte involontariamente riversiamo su quella famiglia la nostra voglia di conflitto. Ma quella famiglia desidera conquistare il passaggio da casa a Casa e noi su questa cosa ci sbattimento la testa e diventiamo impotenti perché a volte oltre il conflitto solidale non andiamo.

Massimo Pasquini

Segretario generale dell’Unione Inquilini

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Un pensiero riguardo “Riflessione sulla sinistra, di M. Pasquini

    Marco Zanier ha risposto:
    1 aprile 2017 alle 18:43

    Storicamente il centro-sinistra è quello di Pietro Nenni e Aldo Moro degli anni ’60. Un PSI da una parte che cercava un accordo con la DC senza accantonare l’orizzonte di trasformazione profonda della società ed una DC costretta dalla scoperta delle trame golpiste e dalle politiche antisociali di Scelba e Tambroni condannate dal sindacato e dalla società civile mobilitata in tutta Italia a mettere da parte l’autosufficienza del centrismo. Un partito di centrosinistra non mi è mai sembrato la risposta migliore oggi, specie se costruito dagli ex comunisti che hanno ritenuto di abbandonare anche la svolta della Bolognina per abbracciare senza troppi problemi gli elementi neodemocristiani capaci di raccattare voti sul territorio. A noi serve altro, secondo me: una politica di sinistra fatta di proposte concrete ed approfondimento serio dei nodi centrali e storici. Abbiamo bisogno delle idee migliori dei socialisti e dei comunisti in grado di creare delle piattaforme sociali vere ed in grado di risolvere i problemi creati dalla politica attuale. Vale a dire dai governi guidati dal Centro Destra e dal PD.

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