Il Campidoglio, la democrazia e i burattini, di M. Foroni

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Triste e avvilente spettacolo in questi mesi e in questi giorni, a Roma. Per i cuori e le anime democratiche. L’inevitabile epilogo delle epoche senza pensiero, prive di quella Politica, che quando non pensa ai problemi reali delle persone, diviene miseramente politicante. Con gli schieramenti urlanti in piazza, giullari da varie parti in salsa corporativa medievale. A morte il tiranno, il Cola di turno. Burattini senza fili, che questi nemmeno servono.
E ora tutti a candidarsi, evviva il cavallo vincente, quello che per primo arriva, pur prendendo una minoranza di voti, vince e sale sul podio. Quello del burattino più in alto. Le elezioni come rito e scommessa, quelle delle gare degli “onesti” contro le “caste”, utili a far dimenticare che le classi sociali esistono, eccome, ancora.
Perchè quando vi era la Democrazia, le elezioni comunali e regionali non erano “vinte” da nessuno. E il sindaco veniva proclamato, con la sua giunta, a seguito degli accordi tra i partiti della coalizione di maggioranza. Gli accordi politici. Che rappresentavano numericamente la volontà e la scelta dell’elettorato. La mediazione della Politica. E’ dal 1993 , anno horribilis per la democrazia del Paese, quello delle bombe a Roma e Firenze, che abbiamo sistemi elettorali di tipo maggioritario, per le elezioni politiche e le amministrative, con la personalizzazione spinta della politica. L’anno della legge elettorale maggioritaria per il Parlamento, il Mattarellum, dichiarato nel 2014 incostituzionale (come il Porcellum) dalla Consulta. L’anno in cui furono sdoganati i fascisti, e non a caso Gianfranco Fini si candidò a sindaco di Roma, nella gara “tra cavalli” con Francesco Rutelli.
Purtroppo, da alcuni anni, abbiamo perduto memoria di tutto questo. Oggi una cittadina e un cittadino italiani che ha meno di 40 anni non ha minimamente l’idea di cosa voglia dire fare politica, della rappresentanza, di quella democrazia mediata dei Partiti e della partecipazione dal basso, che si ispirava ai dettami della Costituzione. Nella deriva attuale del leaderismo all’americana, abbiamo perduto l’essenza del pluralismo, e ridotta la politica, appunto, ad una gara di cavalli (o di burattini). Tempi bui e tragici, di questo neofascismo strisciante e ambiguo. Cerchiamo con forza di non abbandonare le ultime speranze. Forti dei nostri ideali. Ma è, e sarà, sempre più dura.
Marco Foroni
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