Il voto dei fuorisede, la neve abbondante ed i biglietti del treno, di M.Zanier
In questi giorni le nevicate sulla nostra Penisola che hanno imbiancato, strade e paesi ed incredibilmente la capitale hanno sicuramente reso felici i più piccoli ma anche arrecato grandi disagi a chi è costretto a viaggiare ed a muoversi per studio o per lavoro.
Chi scrive ha la possibilità di osservare ogni giorno l’andamento viario di decine e decine di persone, lavorando per una grande ed importante biglietteria ferroviaria e parlando ogni giorno con tanti passeggeri, ascoltando i loro problemi e cercando di soddifare le loro esigenze. Da questo punto di vista posso dire con certezza che in questi giorni la situazione descritta da giornali e telegiornali è ben più complessa ed articolata. La neve infatti ha reso più drammatica la vita di chi, come me, si muove quotidianamente coi treni regionali per andare al lavoro e tornare a casa. In questi giorni anche io ho fatto sinceramente più fatica ad attraversare la metropoli romana, a programmare le mie giornate tra cancellazioni e ritardi frequenti, a trovare il posto a sedere, a costruire il mio tempo libero una volta finito l’orario di lavoro. Ma, come a me, la vita normale, con le sue incertezze e le sue normali aspettative si è complicata per tante altre persone. Soprattutto per i fuorisede.
Il ghiaccio e la neve hanno colpito infatti in un periodo particolarmente delicato per il nostro Paese ed aggiungo, molto atteso da tempo: il voto alle elezioni politiche. Ossia ha colpito non tanto chi voterà nella sua città, perché la neve si è nel frattempo sciolta in quasi tutti i capoluoghi di rilievo ed anche in tanti piccoli centri ma soprattutto chi vive con nostalgia profonda e con disagio il dover lavorare o studiare in un’altra località avendo la residenza nella propria città natale, in cui si torna con piacere solo saltuariamente per rivedere i propri affetti più cari e sicuramente per esercitare il diritto di voto sancito dalla nostra Costituzione.
Sono tanti, tantissimi, più di quanti si possa immaginare i ragazzi e le ragazze costretti dalla crisi economica e dalle difficoltà strutturali della nostra Italia e soprattutto del nostro Mezzogiorno, che tgli ultimi governi hanno abbandonato a se stessi, sono tante le famiglie che si sono dovute stabilire per un periodo di tempo determinato in un’altra regione, soprattutto per il lavoro che manca e con i soldi che non bastano mai (anche io ne so qualcosa, essendomi spostato in passato da casa anni fa per cercare fortuna al Nord in un momento difficile della mia vita, salvo poi dover ritornare a Roma con le pive nel sacco in cerca di un’altra occupazione e della tanto agognata stabilità). Ebbene io con tanti di loro ho parlato con attenzione e rispetto in questi giorni, per pochi minuti ciascuno, nel tempo necessario a fare un biglietto del treno, ma acoltando la loro voce emozionata all’idea di partire o delusa dalle avverse condizioni metereologiche nel non poterlo fare. In questo periodo, tutti noi che lavoriamo alla biglietteria ci siamo caricati sulle spalle, com’è giusto che sia, i differenti problemi che i passeggeri della nostra compagnia, in particolare i fuorisede, si sono trovati davanti a causa dei ritardi frequenti dei convogli ferroviari, delle cancellazioni delle corse previste a causa della neve e del ghiaccio, del riempirsi dei vagoni sui restanti treni in circolazione. Noi tutti abbiamo fatto ore di lavoro in più, abbiamo stretto i denti, aguzzato l’ingegno e messo al frutto al meglio la nostra competenza maturata in anni di lavoro, trovando volta per volta la soluzione migliore per attenuare il disagio, offrire un servizio e non da ultimo garantire il diritto al voto. Anche oggi, anche stamattina, fin all’ultimo minuto del mio orario.
Domani anche io nella mia città, per fortuna la stessa in cui sono nato ed in cui vivo, andrò con la mia scheda elettorale in mano a mettere una croce sul simbolo che mi convince di più. Spero solo che il mio sforzo quotidiano, quello dei colleghi che conosco e dei tanti che non conosco non sia passato inosservato ai tanti, troppi che parlano dei limiti reali degli impianti su ferro nazionali e dei disagi straordinari che questa neve ha causato a ciascuno di noi.
Marco Zanier